Ippocrate

Ippocrate (460–375 a.C.)
D.804
9.E.12

Nasce a Coo, da Eraclide, discendente di Esculapio e da Fenarete discendente di Ercole, nel 460 a.C. Secondo rigide regole di casta e di una medicina ritenuta sacrale e segreta, ha come primo maestro il padre, sorta di gran sacerdote del culto asclepiadeo. Morti i suoi parenti, però, Ippocrate (così racconta Sorano suo principale biografo), lascia Coo per visitare tutti i Santuari in cui gli ammalati avevano lasciato tavolette votive con l’indicazione dei benefici ricevuti dal dio, facendo in tal modo conoscenza di un’ampia”casistica”che si aggiunge alle sue esperienze personali. Il desiderio di conoscenza e di nuove esperienze conducono Ippocrate, racconta ancora Sorano, alla reggia del re Perdicca, ritenuto affetto da tabe; ad Abdera per visitare Democrito ritenuto pazzo; in Persia, dove Artaserse gli offre, inutilmente, onori e ricompense per difendere i Persiani dalla peste, attività che Ippocrate svolge, invece, a favore degli Ateniesi, ricevendone in cambio non solo onori, ma anche l’iniziazione ai misteri eleusini ed il diritto al pubblico sostentamento per sè e per i suoi discendenti. Questo Ippocrate che viaggia, che studia, che scrive le sue meditazioni è anche colui che, come scrive Plinio, porta alla luce la medicina rimasta dai tempi di Asclepio ad allora, cosa segreta. Egli, infatti, insegna liberamente e senza alcuna gelosia a ”chiunque si leghi a lui con giuramento”. Il giuramento, contenuto nel Corpus hippocraticum, spiega il Pazzini, era indispensabile poiché costituiva lo spiraglio aperto dal maestro, nelle strette maglie della legge sacerdotale la quale esigeva che l’insegnamento medico, segreto della casta, non dovesse uscirne fuori e sacrilego riteneva chiunque avesse contravvenuto. Ippocrate muore presso Larissa in età indeterminata ottantenne o centenario (375 o 351 a.C.) e sulla sua tomba, narra una leggenda, nidificarono api il cui miele giovava alla cura del mughetto nei bambini.


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